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RISERVA NATURALE ORIENTATA FOCE DEL FIUME BELICE E DUNE LIMITROFE

 
R.N.O. Foce del Belice e Dune limitrofe

Il paesaggio si presenta come una distesa di dune accarezzate e disegnate dal vento che richiamano alla mente i panorami nord africani. L’area protetta interessa il tratto terminale del fiume Belice, con il suo ambiente umido ricco di vegetazione palustre,  importante luogo di sosta e nidificazione di molte specie di uccelli, e le formazioni dunali costiere (piccoli rilievi di sabbia trasportata e depositata dal vento) che rappresentano un habitat naturale per poche ma tipiche specie faunistiche e floristiche. Le caratteristiche delle dune, come l’instabile suolo fortemente permeabile e soggetto a elevata escursione termica tra giorno e notte, non permettono la presenza di nessuna specie floristica presente nell’entroterra. Le dune fanno della riserva un laboratorio naturale che offre la possibilità di osservare la precisa sequenza della loro formazione. La Riserva occupa una superficie complessiva di 241 ha e si articola in due zone: la Zona “A” (129 ha) che corrisponde all’area della Riserva vera e propria, delimitata per un lungo tratto da una linea ferrata ormai in disuso,  e la Zona “B” (112 ha) che comprende una fascia di rispetto e che viene definita perciò Preriserva.
Il litorale sabbioso della Riserva, ambiente sostanzialmente ostile all’insediamento di vita stabile, rappresenta una frontiera biologica di eccezionale interesse naturalistico e paesaggistico. Esso è lungo 5 Km e si estende tra Marinella di Selinunte e Porto Palo di Menfi.
Sul litorale sabbioso si trovano le Psammofite, piante che col tempo hanno  potenziato meccanismi fisiologici che permettono loro di sopportare, oltre l’aridità, altre condizioni sfavorevoli alla vita come la salsedine, il vento, le alte temperature, accumulando acqua e limitando la traspirazione. Altre piante come il Rastrello, la Calcatreppola, la Carota spinosa, compiono un’azione pioniera insediandosi su rilievi sabbiosi di prima formazione, il primo stadio della “duna”, e contribuendo a dare forma al rilievo stesso. La duna è legata alla presenza dello Sparto pungente, una graminacea perenne che forma dense macchie alte fino ad un metro che contribuiscono a frenare e fissare la sabbia trasportata dal vento. Accanto allo Sparto pungente crescono il Giglio marino e l’Euforbia marittima, che permettono la formazione di dune stabili, dove poi potranno stabilirsi specie che hanno bisogno di un substrato consolidato.
Il fiume, laddove si avvicina al mare, ospita una vegetazione in cui domina la Cannuccia palustre, una graminacea che porta una infiorescenza a pannocchia grigio-violacea. Si trovano, inoltre, cespugli di Giunco pungente e di Tifa, la Menta d’acqua, l’Equiseto, che fanno parte dell’associazione vegetale tipica di ambienti che per lunghi periodi dell’anno sono soggetti ad inondazioni, come avviene alla foce del Fiume Belice. L’area protetta è un luogo ideale di sosta e nidificazione di molte specie di uccelli.
L’avifauna nidificante è costituita dal Fratino, piccolo uccello di ripa che nidifica sui litorali sabbiosi, dalla Gallinella d’acqua, dal Beccamoschino che nidificano dove è presente la vegetazione palustre. La zona è, inoltre, attraversata da un buon passo migratorio di Anatidi, di Aironi, e di altri trampolieri che svernano lungo la foce.
La Riserva è popolata da una serie di invertebrati, da numerosi insetti dunicoli e alcune specie endemiche siciliane di coleotteri che trovano in questa area uno degli ultimi rifugi, come il Branchitripe capogrosso che ha abitudini notturne ed emette un verso simile a quello dei grilli.
La spiaggia è frequentata dalla tartaruga Caretta Caretta, l’unica delle tartarughe marine che depone le uova nelle nostre coste. La vita di questa specie si svolge in mare, ad eccezione del momento della deposizione delle uova. Dopo l’accoppiamento in mare le femmine si portano sulla spiaggia, di notte, nei mesi di giugno e luglio; esse strisciano sul ventre spingendosi con le pinne anteriori, fino a 15-30 metri dalla battigia, e scavano con le natatorie posteriori una buca dove depongono dalle 60 alle 200 uova. Queste, schiuderanno dopo circa due mesi. E’ interessante sapere che le femmine depongono le uova nella stessa spiaggia dove sono nate. La vocazione della spiaggia della Riserva alla ovodeposizione della Caretta Caretta è uno degli elementi di maggior pregio di questo biotopo che va adeguatamente rispettato  limitando al massimo i fattori di disturbo provocati dalla pressione antropica.

Progetto Celt, 2001. Trapani, provincia naturale - Guida alle Riserve. pp. 12-15.

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