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RISERVA NATURALE INTEGRATA GROTTA DI SANTA NINFA

 
Riserva Naturale Integrale Grotta di Santa Ninfa

La Riserva Naturale Integrale “Grotta di Santa Ninfa” si trova all’interno di un altopiano gessoso che, per diffusione e varietà dei fenomeni carsici presenti, costituisce un' area di grande interesse geomorfologico, naturalistico  e paesaggistico: il tipo di substrato roccioso ed i processi carsici che vi si instaurano contribuiscono alla formazione di un paesaggio unico in Italia, caratterizzato dalla presenza di notevoli e suggestive formazioni carsiche, sia ipogee (grotte ed inghiottitoi) che epigee (doline, valli cieche, Karren, ecc.) L’area ricade nei territori comunali di Santa Ninfa e di Gibellina, in provincia di Trapani. Il territorio protetto comprende un importante sistema carsico ipogeo, (la Grotta di Santa Ninfa che ricade in zona A di protezione integrale) e l’intera Valle del Biviere (ricadente in zona B di preriserva), estesa per circa 140 ettari e corrispondente al bacino d’alimentazione della cavità. La continuità dell’altopiano è frequentemente interrotta dalla presenza di faglie, che ne provocano lo smembramento in diversi blocchi. Le doline, che ricoprono pressoché uniformemente le aree di affioramento dei gessi, sono depressioni chiuse di forma semicircolare, da tempo coltivate. I Karren sono costituiti da scanalature su superfici rocciose esposte all’erosione meccanica del vento e dell’acqua e alla dissoluzione chimica. E’ possibile ammirare questi fenomeni in forme con dimensioni variabili da alcuni centimetri (rillenkarren) alla decina di metri circa (rinnenkarren). Di notevole interesse archeologico, nel territorio della Riserva, è la presenza di una necropoli di origine protostorica, testimonianza della fiorente civiltà degli Elimi che colonizzarono per primi il territorio. Monte Finestrelle è una piccola rocca gessosa, la cima più alta del comprensorio (663 m sul livello del mare), incisa nel versante meridionale da una trentina di “Finestrelle”, le tombe rupestri costruite dagli antichi abitanti della zona. La Grotta di Santa Ninfa è una cavità prevalentemente orizzontale, estesa per circa 1400 m, che rappresenta un ambiente di grande interesse speleologico per la presenza di un complesso sistema di meandri e gallerie, un tempo interamente invasi dall’acqua; il ramo superiore fossile è ormai asciutto, mentre in quello inferiore scorre ancora il corso d’acqua proveniente dal Biviere. Il torrente riemerge in superficie, attraverso alcune gallerie freatiche non praticabili dall’uomo, in una risorgiva posta ai piedi dell’entrata della Grotta. Le splendide concrezioni di gesso e calcite presenti nel ramo superiore, sono caratterizzate da un notevole sviluppo e da un’estrema variabilità cromatica e morfologica: colate e colonne, stalattiti ed infiorescenze parietali raggiungono le dimensioni di qualche metro ed interessano gran parte delle gallerie e dei saloni. Negli angoli più riparati crescono splendide concrezioni  come cortine, stalattiti, infiorescenze parietali; in alcune zone infine si sviluppano i pisoliti, dette anche “perle di grotta” per la loro bellezza e rarità. L’elevato valore naturalistico della Grotta di S. Ninfa è legato, infine, alla presenza di un interessante fauna cavernicola adattata a vivere in assenza di luce e in ambienti con elevato tasso di umidità.  La Valle del Biviere è caratterizzata da un suggestivo paesaggio di origine carsica, modellato nel corso del tempo dalle precipitazioni atmosferiche, e ricco di grotte, doline, inghiottitoi, valli cieche, Karren. Il torrente Biviere, che alimenta la Grotta di Santa Ninfa, nasce su terreni argillosi alle pendici di M. Finestrelle (sito di una necropoli di origine protostorica), scorre in una piccola forra in corrispondenza dell’affioramento gessoso e termina il suo corso superficiale in una grande valle cieca occupata da vigneti. Nelle ripide pareti di gesso che chiudono la valle è situato l’inghiottitoio, un imbuto naturale in cui si gettano le acque formando il piccolo fiume sotterraneo che attraversa la grotta. Un tempo ricoperta in gran parte da boschi mediterranei, la valle del Biviere è oggi dominata dai coltivi e dai rimboscamenti. Sugli affioramenti rocciosi e sulle pareti gessose sono presenti tuttavia aspetti interessanti della vegetazione originaria, caratterizzata in particolare dal Timo arbustivo, dalle orchidee selvatiche, e dall’intricata macchia mediterranea dominata da Alloro, Euforbia arborea; nei profondi valloni è presente una rigogliosa vegetazione ripariale, di grande interesse per l’elevata diversità della flora. Sono state ritrovate inoltre diverse specie endemiche, caratteristiche dei substrati gessosi, ed altre di elevato interesse naturalistico e fitogeografico. Per quanto riguarda la fauna presente, sono comuni il Riccio, il Coniglio, l’Istrisce, la Donnola, la Volpe. Fra gli uccelli sono ben rappresentati la Poiana e il piccolo Gheppio, caratteristico per la posizione a “spirito santo” assunta durante l’attività di caccia, l’Usignolo, la Ghiandaia. La Valle del Biviere è inoltre luogo di sosta e vinificazione estiva per i coloratissimi Gruccioni. E’ di grande interesse fra gli anfibi la presenza del Discoglosso, simile ad una rana, il cui areale comprende esclusivamente il Mediterraneo occidentale (Sicilia, Spagna, Nordafricana) e che anche in Sicilia risulta estremamente localizzato. L’area protetta è raggiungibile dall’autostrada Palermo-Mazara del Vallo, uscendo allo svincolo di Salemi e seguendo la statale 188 in direzione di Santa Ninfa. 


Progetto Celt, 2001. Trapani, provincia naturale - Guida alle Riserve. pp. 30-33.

 

 

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