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CHIESA DEL MONASTERO DEL SS. SALVATORE O BADIA GRANDE

 
CHIESA DEL MONASTERO DEL SS. SALVATORE O BADIA GRANDE

Situata all'interno del centro storico cinquecentesco, la chiesa del SS. Salvatore, esistente già nel 1308, insiste sulla via Rossotti, e lateralmente, con un prospetto privo di elementi decorativi, sulla via Ten. S. di Blasi Chiarelli; fu rifatta a metà del ‘500 e negli anni 1690-97. Unita all'ex Monastero Benedettino, detto Badia Grande dopo la costruzione ad Alcamo degli altri due dello stesso ordine, e vicina al retrostante Convento dei Carmelitani, la chiesa rappresenta nella grandezza volumetrica dell'intero complesso un perfetto punto di riferimento all'interno del tessuto urbano in cui è inserita. Nella sua "Sicilia Sacra" Rocco Pirri definisce il Monastero "antichissimo"; invero è del 1486 una donazione che lo riguarda compiuta da D. Giovanni Federico Enriquez, signore di Alcamo e conte di Modica, e dalla moglie D. Anna Cabrera a cui seguono fino al 1583 altri documenti aventi per oggetto privilegi assegnati ad esso. Il primo riferimento alla chiesa si trova in un atto del notaio P. Scannariato, in cui la badessa Francesca d'Oria ordina ad Antonino Gagini la realizzazione di una scultura di S. Benedetto, mentre con un successivo atto del 1554 suor Margherita Montesa commissiona allo stesso scultore una custodia in marmo che viene posta sull'altare maggiore. La pianta rettangolare, con vestibolo ed abside circolare, identifica chiaramente nella zona centrale il vecchio nucleo quattrocentesco della chiesa, che verrà ristrutturata e completata ad iniziare dal 1697, anno in cui viene consacrata dal vescovo di Mazara. Viene altresì eretto il cappellone, comprendente l'intero vano absidale, senza causare sconvolgimenti degli schemi barocchi preesistenti. Una lapide murata sulla porta della sacrestia riporta la data del 1759, anno in cui vengono completati i lavori di ristrutturazione settecentesca della chiesa, nonché i lavori di decorazione ad affresco della volta e la tela dell'altare maggiore, eseguiti da C. Brunetti, ed i lavori a stucco di B. Sanseverino, comprese le otto statue allegoriche che adornano le cappelle (rappresentano: Religione, Pazienza, Rinunzia al mondo, Felicità, Vigilanza, Fede, Speranza, Carità). Tra il 1914 e il 1917 la pavimentazione del '700 viene sostituita con mattoni di cemento, e viene collocata la balaustra marmorea del coro. All'interno altre opere di grande valore artistico: due tele ispirate all'Estasi di Santa Teresa e all'Assunzione della Vergine, attribuite a Pietro Novelli.

Localita' Alcamo

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